martedì 24 dicembre 2013

San Francesco d'Assisi e l'origine del Presepio.



Carissimi amici, con questo post davvero speciale voglio ringraziare singolarmente ognuno di voi, che quotidianamente con vivo interesse ed amicizia sostenete questo mio blog. Ormai ci siamo, il Santo Natale è vicino e in questo periodo in ogni casa si rinnova la tradizione di preparare le ricette della festa, tramandate di generazione in generazione, di cui ogni famiglia va ben fiera, poichè in esse si racchiudono la maggior parte delle storie e delle tradizioni locali, dove per ogni preparazione si cela un aneddoto. In attesa di potervi aggiornare ed offrire nuove gustose ricette legate alla tradizione assisana, francescana ed umbra. Inoltre spero che in ogni cuore ci sia sempre di più la voglia di riscoprire i veri valori della vita, affinchè ogni singola persona non sia mai più sola e che questo sia motivo di scambio di sorrisi, abbracci, amore, fraternità, solidarietà ed umanità, in questo Santo giorno e in ogni giorno dell'anno.

 Con l’occasione vi esprimo i miei più cari e sinceri auguri per un sereno Natale ed un felice anno nuovo.
Con amicizia e tanto affetto, Chiara.

 Piero Casentini, Presepio di Greccio, Limiti di Greccio (Rieti), 2004


San Francesco d'Assisi e l'origine del Presepio.
Nel Natale 1223 San Francesco realizza in Greccio con l'aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velìta, signore dei luoghi, un presepe vivente con l'intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove nacque Gesù. Tutto fu approntato e, con l'autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizzò il primo presepio vivente nel mondo. I personaggi che nella notte del 1223 animarono il "Presepio di San Francesco" sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche, gli scritti di Tommaso da Celano e San Bonaventura: - San Francesco: che nel suo peregrinare giunge sul monte di Greccio nel 1208, dove incontra Messer Giovanni Velìta e la popolazione locale per farli partecipi della sua idea e chiedere la collaborazione necessaria alla realizzazione del progetto; - Giovanni Velìta: Signore di Greccio, discendente dai conti di Celano e della famiglia Berardi, che divenne grande amico del Santo e con lui collabora al progetto. Nonostante la sua avanzata età, non esitò a raggiungere San Francesco sui monti di Greccio per convincerlo a trasferirsi nel borgo e la, nei pressi di Fonte Colombo, il Santo di Assisi gli espresse il desiderio di rivivere a Greccio il mistero del Natale di Betlemme; - Alticama: figlia di Guido Castelli, Signore di Stroncone, sposa di Giovanni Velìta, che partecipa attivamente all'evento costruendo con le sue mani il simulacro del Bambino Gesù; - gli Araldi: guardie e servi fedeli del nobile Velìta che lo assistono in ogni sua attività e si recano in tutta la valle a convocare le genti per il Natale di Greccio; - i Nobili: cortigiani testimoni degli avvenimenti di quella mistica notte, vissuta al seguito del loro signore; - i Frati: compagni di Francesco, che lo seguivano fedelmente dovunque come Frà Leone, Rugino, Angelo, tre seguaci che in futuro, da Greccio, diedero testimonianza scritta della vita di San Francesco nella "Leggenda dei tre Compagni"; - il Popolo infine che accorre in massa al richiamo degli araldi portando ceri e fiaccole per rischiarare quella notte speciale, risalendo la selva con canti e preghiere animato da una fede profonda risvegliata in loro dal poverello di Assisi. In questi luoghi nacque e si sviluppò il santuario del Presepe di Greccio, ove dal 1973 ogni anno, come da tradizione, viene rievocato fedelmente l'Evento. L'idea di rappresentare il primo presepe vivente è stata di P. Valerio Casponi e oggi alla sua realizzazione partecipano circa cento persone tra figuranti e struttura tecnica, impegnati nella rappresentazione che si svolge a Greccio il 24 e 26 dicembre e il 6 gennaio. L'azione scenica si compie in quattro quadri: - nel primo "San Francesco alla Cappelletta" si narra dell'arrivo del Santo sui monti di Greccio dove si costruirà un rifugio, quello appunto chiamato "Cappelletta"; - nel secondo, detto del "Lancio del Tizzo", si può vedere il Santo che giunto nell'abitato di Greccio, sollecitato dalla popolazione locale, decide di stabilire la sua dimora nel luogo dove andrà a cadere un tizzo ardente lanciato da un fanciullo dalla piazza di Greccio. Per un prodigio, secondo la tradizione, il tizzo andò a cadere nel luogo dove sorge l'attuale Santuario Francescano; - nel terzo "Giovanni Velìta a Fonte Colombo", si assiste all'incontro del Signore di Greccio e di San Francesco, che si trovava a Fonte Colombo per la stesura della Regola dei Frati Minori, durante il quale il Santo esprime il desiderio di rivivere a Greccio la scena della Natività e ne sollecita l'aiuto; - nel quarto e conclusivo, si rivive l'atmosfera di quella notte Santa del 1223 con la nascita del Bambinello mostrato al popolo da San Francesco. La leggenda vuole che il simulacro del S. Bambino si animasse tra le mani del Santo, benedicendo la folla riunita. 

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