IL CONVENTO DI FARNETO, UN DONO A SAN FRANCESCO D'ASSISI DAL 1218.
Farneto è una frazione del comune di Perugia, celebre per il suo convento francescano collocato in media collina a breve distanza dall' antica via Eugubina. Il nome del luogo deriva dalla presenza di un folto bosco di farnie che anticamente ricopriva l'intero colle. In questo luogo ha origine il convento francescano di Farneto, che ci è stato consegnato così dalla tradizione. Prima di essere donato alla Fraterntità Francescana questo luogo apparteneva al vicino monastero benedettino di San Giustino, che nel secolo XIII era fiorente nella valle e ne dominava il fertile territorio e Farneto molto probabilmente era un piccolo ospizio rurale o “Grangia”, come venivano chiamati tali luoghi appartenenti ai monasteri. San Francesco più volte nel corso della sua vita attraversò questo territorio, sia per recarsi da Santa Maria degli Angeli a Gubbio, sia per giungere alla Verna. Già tempo prima, quando il giovane Francesco era ancora in ricerca della sua vocazione, risalendo da Assisi verso Gubbio, presso Caprignone, si era imbattuto nei briganti che lo maltrattarono gettandolo in una fossa di neve perchè si era presentato loro come l’araldo del gran Re. Sostò quindi nel monastero di San Verecondo, oggi Vallingegno, dove non fu accolto troppo bene tanto che fu costretto a fare lo sguattero di cucina. Questi episodi sono narrati in "Vita prima 16” da fra Tommaso da Celano, contemporaneo e primo biografo del Santo di Assisi. Nel 1218 San Francesco era molto conosciuto come frate e recandosi al monte della Verna, presso il villaggio di Bosco, si imbatté nell’Abate di San Giustino. Così narra Tommaso da Celano in "Vita seconda, 101": “L'Abate del monastero di San Giustino, nella diocesi di Perugia, incontrò un giorno Francesco e, sceso velocemente da cavallo, si intrattenne brevemente con lui a parlare della salvezza della sua anima. Quando alla fine l’Abate si allontanò, gli chiese umilmente di pregare per lui. «Pregherò, signore, volentieri», rispose Francesco. L'Abate si era allontanato di poco, quando il Santo, rivolto al compagno, gli disse: «Aspetta un poco, perché voglio soddisfare il debito di ciò che ho promesso». Aveva infatti questa abitudine, di non gettare dietro le spalle la preghiera richiesta ma di adempiere quanto prima una tale promessa. Mentre il Santo supplicava il Signore, l’Abate provò nello spirito un calore insolito ed una dolcezza sconosciuta fino a quel momento e, rapito fuori dai sensi, gli sembrò proprio di venire meno. Si fermò un istante: poi ritornato in sè stesso, constatò la potenza della preghiera di san Francesco. Per questo provò un amore sempre più grande per l'Ordine e riferì a molti il fatto come un miracolo”. Probabilmente fu in questa occasione che i frati Benedettini di San Giustino donarono al Poverello di Assisi il luogo del Farneto. Alcune tracce del passaggio del Santo ci sono state consegnate dalla tradizione a testimonianza della grazia di Dio che l’accompagnava.
LEGGENDE FRANCESCANE E...
San Francesco soggiornò nel Convento del Farneto solamente tre volte nel corso della sua vita, ma questo luogo custodisce ancora la memoria di alcuni importanti episodi miracolosi legati alla figura del Santo di Assisi. Per esempio a fianco della facciata si trova il tronco, ora secco, dell'alto cipresso conosciuto come "il bastone di San Francesco" che per secoli e fino al 1878 ha dominato la collina del Farneto. Infatti la leggenda narra che questo cipresso fosse in origine un normale bastone piantato nel terreno da San Francesco, il quale ordinò ad uno dei suoi frati, come prova di obbedienza, di innaffiarlo tutti i giorni. Il frate così fece e l'obbedienza operò il miracolo, trasformando il bastone in un bellissimo e rigoglioso cipresso.
...LA VISITA DELL' ANGELO DEL PANE.
Sempre presso il Convento di Farneto una sera d'inverno, a causa di una fitta nevicata, i frati, che non erano potuti uscire per la questua, si ritrovarono senza nulla da mangiare.
In questo luogo di grande misticismo e tranquillità, in cui il vento dona sollievo nei giorni d'estate, è piacevole pensare a questi suggestivi accadimenti. Ma è addentrandosi nel bosco, per raggiungere la cappella, che ogni racconto, miracolo, leggenda, comincia ad apparire possibile e reale. Già dopo i primi metri lungo il sentiero, lasciandosi il convento alle spalle, si ha la sensazione di varcare la soglia di un luogo di forte misticismo, sospeso fuori dal tempo e dallo spazio, in cui sedersi, pregare, meditare, osservare, lasciando che una serenità profonda, attraverso di noi, giunga a permeare il nostro animo. Si racconta che proprio qui, mentre Francesco era assorto in preghiera, il diavolo venne a tentarlo, ma non ebbe successo, si adirò e lo spinse giù dalla rupe. Il Santo si aggrappò allora ad una roccia che, al suo contatto, divenne molle permettendogli di afferrarla saldamente e di non cadere. Questa roccia, con le impronte delle mani e delle ginocchia di San Francesco, è oggi incastonata nella Cappelletta edificata a ricordo della preghiera vera e profonda di San Francesco d'Assisi.
Fonti Foto-Redazionali:
Questa ricetta è stata pubblicata
anche su:
- San Francesco Patrono d'Italia Gennaio 2013
e
- Vivere Assisi, Gennaio 2013
http://www.vivereassisi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=387976
Farneto è una frazione del comune di Perugia, celebre per il suo convento francescano collocato in media collina a breve distanza dall' antica via Eugubina. Il nome del luogo deriva dalla presenza di un folto bosco di farnie che anticamente ricopriva l'intero colle. In questo luogo ha origine il convento francescano di Farneto, che ci è stato consegnato così dalla tradizione. Prima di essere donato alla Fraterntità Francescana questo luogo apparteneva al vicino monastero benedettino di San Giustino, che nel secolo XIII era fiorente nella valle e ne dominava il fertile territorio e Farneto molto probabilmente era un piccolo ospizio rurale o “Grangia”, come venivano chiamati tali luoghi appartenenti ai monasteri. San Francesco più volte nel corso della sua vita attraversò questo territorio, sia per recarsi da Santa Maria degli Angeli a Gubbio, sia per giungere alla Verna. Già tempo prima, quando il giovane Francesco era ancora in ricerca della sua vocazione, risalendo da Assisi verso Gubbio, presso Caprignone, si era imbattuto nei briganti che lo maltrattarono gettandolo in una fossa di neve perchè si era presentato loro come l’araldo del gran Re. Sostò quindi nel monastero di San Verecondo, oggi Vallingegno, dove non fu accolto troppo bene tanto che fu costretto a fare lo sguattero di cucina. Questi episodi sono narrati in "Vita prima 16” da fra Tommaso da Celano, contemporaneo e primo biografo del Santo di Assisi. Nel 1218 San Francesco era molto conosciuto come frate e recandosi al monte della Verna, presso il villaggio di Bosco, si imbatté nell’Abate di San Giustino. Così narra Tommaso da Celano in "Vita seconda, 101": “L'Abate del monastero di San Giustino, nella diocesi di Perugia, incontrò un giorno Francesco e, sceso velocemente da cavallo, si intrattenne brevemente con lui a parlare della salvezza della sua anima. Quando alla fine l’Abate si allontanò, gli chiese umilmente di pregare per lui. «Pregherò, signore, volentieri», rispose Francesco. L'Abate si era allontanato di poco, quando il Santo, rivolto al compagno, gli disse: «Aspetta un poco, perché voglio soddisfare il debito di ciò che ho promesso». Aveva infatti questa abitudine, di non gettare dietro le spalle la preghiera richiesta ma di adempiere quanto prima una tale promessa. Mentre il Santo supplicava il Signore, l’Abate provò nello spirito un calore insolito ed una dolcezza sconosciuta fino a quel momento e, rapito fuori dai sensi, gli sembrò proprio di venire meno. Si fermò un istante: poi ritornato in sè stesso, constatò la potenza della preghiera di san Francesco. Per questo provò un amore sempre più grande per l'Ordine e riferì a molti il fatto come un miracolo”. Probabilmente fu in questa occasione che i frati Benedettini di San Giustino donarono al Poverello di Assisi il luogo del Farneto. Alcune tracce del passaggio del Santo ci sono state consegnate dalla tradizione a testimonianza della grazia di Dio che l’accompagnava.
LEGGENDE FRANCESCANE E...
San Francesco soggiornò nel Convento del Farneto solamente tre volte nel corso della sua vita, ma questo luogo custodisce ancora la memoria di alcuni importanti episodi miracolosi legati alla figura del Santo di Assisi. Per esempio a fianco della facciata si trova il tronco, ora secco, dell'alto cipresso conosciuto come "il bastone di San Francesco" che per secoli e fino al 1878 ha dominato la collina del Farneto. Infatti la leggenda narra che questo cipresso fosse in origine un normale bastone piantato nel terreno da San Francesco, il quale ordinò ad uno dei suoi frati, come prova di obbedienza, di innaffiarlo tutti i giorni. Il frate così fece e l'obbedienza operò il miracolo, trasformando il bastone in un bellissimo e rigoglioso cipresso.
...LA VISITA DELL' ANGELO DEL PANE.
Sempre presso il Convento di Farneto una sera d'inverno, a causa di una fitta nevicata, i frati, che non erano potuti uscire per la questua, si ritrovarono senza nulla da mangiare.
Ad un certo punto, sentirono bussare ripetutamente alla porta
del convento: aprirono e videro un bellissimo giovane che recava in dono un
sacco per loro;
i frati presero il sacco, lo aprirono e videro che era colmo di pane caldo e fragrante!
Si girarono verso la porta per ringraziare il giovane ed invitarlo ad entrare, ma questo era scomparso nel nulla. Che si trattasse di un Angelo i frati lo dedussero dal fatto che sulla neve fresca non c'erano tracce d'impronte. Così a ricordo di questo miracolo nella sagrestia del convento di Farneto si conservano ancora le reliquie: il resto del sacco nel quale l' Angelo portò il pane ai frati ed il battente con cui l’Angelo bussò alla porta del Convento.
In ricordo di questo miracolo sulla facciata della chiesa è stato collocato il monumento in bronzo raffigurante l'Angelo che dona il pane al frate, recante la scritta:
"PATER PANEM COTIDIANUM DA NOBIS".
IL PANE DELL'ANGELO DI SAN FRANCESCO D'ASSISI.
Ingredienti:
500 gr. di farina di grano duro tipo “00”,
10 gr. di lievito di birra,
10 gr. di sale fino,
3.25 dl. acqua tiepida.
Procedimento:
Ammorbidite per 5 minuti il lievito in un dl. di acqua tiepida, poi mescolate per stemperarlo uniformemente. In una terrina mischiate la farina con il sale, disponetela a fontana e versatevi al centro il lievito sciolto nell’acqua. Mescolate con l’acqua un po’ di farina presa dai bordi della fontana, quanta ne basterà per ottenere un impasto morbido, poi mettete l'impasto in una terrina che coprirete con un panno umido e che lasciate riposare per 20 minuti circa. Trascorso il tempo di riposo, aggiungete l’acqua precedentemente rimasta, fino ad ottenere un impasto sodo e umido, che lavorerete su un piano di lavoro leggermente infarinato per circa 10 minuti, fino a ché otterrete un impasto liscio e sodo. Mettete la pasta in una terrina che coprirete con un panno umido e lasciate lievitare per 2 ore, finché raddoppierà di volume. Trascorso il tempo lavorate l’impasto per farlo sgonfiare e lasciatelo riposare per 10 minuti, poi rilavorate la pasta per conferirgli una forma tonda, che adagerete sulla placca da forno coperta da un panno per 45 minuti, in modo tale da far raddoppiare di volume l’impasto e terminare così la lievitazione. Tracciate sulla superficie della pagnotta un croce non troppo profonda e cuocete in forno caldo a 220° per 45 minuti, fino a ché la superficie sarà dorata e croccante. A questo punto il Pane dell’Angelo di San Francesco di Assisi sarà pronto!!!
500 gr. di farina di grano duro tipo “00”,
10 gr. di lievito di birra,
10 gr. di sale fino,
3.25 dl. acqua tiepida.
Procedimento:
Ammorbidite per 5 minuti il lievito in un dl. di acqua tiepida, poi mescolate per stemperarlo uniformemente. In una terrina mischiate la farina con il sale, disponetela a fontana e versatevi al centro il lievito sciolto nell’acqua. Mescolate con l’acqua un po’ di farina presa dai bordi della fontana, quanta ne basterà per ottenere un impasto morbido, poi mettete l'impasto in una terrina che coprirete con un panno umido e che lasciate riposare per 20 minuti circa. Trascorso il tempo di riposo, aggiungete l’acqua precedentemente rimasta, fino ad ottenere un impasto sodo e umido, che lavorerete su un piano di lavoro leggermente infarinato per circa 10 minuti, fino a ché otterrete un impasto liscio e sodo. Mettete la pasta in una terrina che coprirete con un panno umido e lasciate lievitare per 2 ore, finché raddoppierà di volume. Trascorso il tempo lavorate l’impasto per farlo sgonfiare e lasciatelo riposare per 10 minuti, poi rilavorate la pasta per conferirgli una forma tonda, che adagerete sulla placca da forno coperta da un panno per 45 minuti, in modo tale da far raddoppiare di volume l’impasto e terminare così la lievitazione. Tracciate sulla superficie della pagnotta un croce non troppo profonda e cuocete in forno caldo a 220° per 45 minuti, fino a ché la superficie sarà dorata e croccante. A questo punto il Pane dell’Angelo di San Francesco di Assisi sarà pronto!!!
Fonti Foto-Redazionali:
- Medioevo in Umbria:
http://www.medioevoinumbria.it/edifici-storici/edifici-religiosi/convento-di-farneto-perugia/
- Parrcocchia Colombella Convento di Farneto:
http://www.parrocchiacolombella.it/convfarneto
http://www.medioevoinumbria.it/edifici-storici/edifici-religiosi/convento-di-farneto-perugia/
- Parrcocchia Colombella Convento di Farneto:
http://www.parrocchiacolombella.it/convfarneto
- San Francesco Patrono d'Italia Gennaio 2013
e
- Vivere Assisi, Gennaio 2013
http://www.vivereassisi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=387976
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