QUANDO
FIORIRANNO LE ROSE…
...I
FAGOTTINI DOLCI CON CONFETTURA DI ROSA CANINA.
Carissimi
Amici ed
affezionati Lettori,
ben ritrovati in
questo Nuovo anno appena iniziato.
Come
molti di voi sanno, sovente le
mie proposte enogastronomiche,
sono
spesso
ispirate e
riconducibili al
periodo
del Medioevo
quando
appunto vissero Santa
Chiara e San Francesco di
Assisi.
Per
questo nuovo appuntamento di inizio anno, ho il piacere di
condividere con
voi
una mia ricetta celebrativa, facente riferimento alla particolare
vicenda
storica,
che in un lontano inverno di ottocento anni fa ebbe luogo presso
la suggestiva Chiesina di San
Damiano in
Assisi: ”Chiara
avrebbe voluto vedere più spesso Francesco. Aveva da chiedergli
tante cose! Poteva fare a meno del cibo materiale,
ma non di quello spirituale, che le veniva dalla parola del maestro.
Francesco invece si teneva lontano da San Damiano. Diceva ai suoi
frati: - Guardatevi dal dolce veleno della dimestichezza
con le donne. Chiara non era veleno e non poteva essere una
tentazione per Francesco, uomo di penitenza. Ma Francesco voleva dare
l'esempio agli altri, allontanandosi per primo da San Damiano ed
evitando di parlare con le « povere donne ». Chiara se ne doleva. I
suoi lamenti venivano riportati a Francesco. - Non crediate, - egli
rispondeva, - ch'io non le ami con perfetta dilettazione. Soltanto
voglio dare a voi un esempio e dovete imitarmi. Le amava tutte,
quelle « povere donne », che seguivano i suoi insegnamenti. E sopra
alle altre amava Chiara. Pregava per lei, perché si mantenesse
fedele a Cristo e alla povertà. Chiara era il suo capolavoro; era la
stella splendidissima del suo firmamento. E come le stelle, doveva
essere ammirata di lontano. Ma Chiara aveva bisogno, specie nei primi
tempi, d'esser guidata. Temeva di non sapersi dirigere, da sola,
sulla via della perfetta povertà. Sollecitava perciò una visita del
maestro. Francesco, di quando in quando la visitava. Le sue
apparizioni a San Damiano erano fugaci. Bussava alla porta, salutava
dicendo: - Pace e bene. Dava un'occhiata d'intorno. Vedeva che il
convento era la « torre fortificata della sovrana povertà ». Nulla
d'inutile e di futile. Nulla di fastoso
e di superfluo. E nulla neppure di squallido e di triste. Povertà
lieta e pulita. Serenità accogliente. Tutto era chiaro dov'era
Chiara ; tutto era grazioso dov'era la Grazia di Dio. Un giorno
d'inverno Francesco stava per partire com'era venuto, senza accettare
nessun conforto, oltre a quello che gli veniva dalla perfetta povertà
e dalla perfetta letizia di quelle giovani recluse. S'avviò così
alla porta. Fuori il vento fischiava voltando e rivoltando i rami
degli olivi. Il nevischio turbinava sul sagrato. A piedi nudi
Francesco
s'inoltrò sulla neve. Chiara lo segui, indietro di qualche passo.
Voleva trattenerlo. Almeno voleva la promessa d'un'altra prossima
visita. Francesco si tirò il cappuccio sulla fronte - Sorella
Chiara, è bene, per la faccia del mondo, dividersi. Ti lascio alle
tue cure. Chiara, nel chiarore della neve che copriva la terra, si
sentì smarrita - Che farò senza di te? Tu mi guidi e m'illumini.
Francesco alzò gli occhi al cielo livido - Il Signore ti guiderà. -
E non ci rivedremo più ? Francesco si guardò attorno. Misurò il
tempo, scorgendo un cespuglio di spini ricoperto di neve. - Ci
rivedremo quando rifioriranno le rose. Era il principio dell'inverno
e le rose non sarebbero
fiorite che a primavera inoltrata. Francesco voleva mettere tra sé e
Chiara un'intera stagione. - Sia fatta la tua volontà, insieme con
quella del Signore - rispose Chiara. abbassando la testa. Francesco
fece per allontanarsi, ma un inatteso rossore lo fermò. Sul
cespuglio, improvvisamente, miracolosamente, era fiorito un cespo di
rose bianche
e rosse.
Chiara, sotto il suo doppio velo, sorrideva, e quando Francesco
sparì, verso Spello, nel turbinio
della neve, ridiscese verso San Damiano, con un fascio di rose in
mano, che depose ai piedi del Crocifisso.
Fonte
Storica: I Fioretti
di Santa Chiara di Assisi
Opera
di Francesca Capitini
“Le Rose d’Inverno”.
Oggi
come allora poi, alcuni attenti Fedeli in pellegrinaggio al piccolo
Santuario di San Damiano, possono ancora scorgere tra le fitte siepi
e gli olivi del vialetto, i cespugli di Rose bianche e rosse che
testimoniano e ricordano quella suggestiva grazia a cui, per volere
di Dio assistettero i Santi Chiara e Francesco di Assisi.
Ed
ora vediamo insieme come realizzare la ricetta celebrativa dei
Fagottini Dolci con Confettura di Rosa Canina.
Ingredienti:
Per
la Pasta Sablè:
250
gr. di farina di grano tenero "0",
200
gr. di burro morbido tagliato a pezzettini,
100
gr. di zucchero a velo setacciato,
un
pizzico di sale,
2
tuorli d'uovo.
Per
la Farcitura:
110
gr. di Confettura Extra di Rosa Canina.
Procedimento:
Versate
la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettete al centro il burro,
lo zucchero a velo ed il sale e lavorateli con le punte delle dita,
poi aggiungete i tuorli e incorporateli delicatamente. Piano piano
aggiungete la farina all'impasto e lavorate il composto fino a che
non diventa liscio ed omogeneo, formate una palletta che avvolgerete
nella pellicola che lascerete riposare in frigo fino al momento dell'
uso. Trascorso il tempo di riposo, stendete l'impasto con il
mattarello fino ad ottenere uno spessore di 1/2 centimetro, poi con
un coppapasta rotondo ricavate dei cerchi, che andrete a farcire con
la Confettura Extra di Rosa Canina.
Ora ripiegate verso il centro le due estremità di ogni fagottino ed
utilizzando uno stampo ad espulsione ricavate tante piccole forme che
andrete a posizionare al centro di ogni fagottino: visto che per
questa apposita ricetta ho
scelto per la farcitura la Confettura Extra di Rosa Canina, ho
utilizzato appositamente uno stampo ad espulsione a forma di rosa,
che richiamasse l'ingrediente principe racchiuso all'interno dei
fagottini. Quando tutti i fagottini saranno pronti, adagiateli
delicatamente
su
una teglia antiaderente ed infornateli a forno statico a 150° per
20/30 minuti, facendo attenzione a non far caramellare la
confettura. A
cottura ultimata sfornate
e lasciate
raffreddare a temperatura ambiente. Per
condividere e degustare al meglio questi delicati fagottini, vi
consiglio di abbinare un
Vin Santo Liquoroso, oppure una
bevanda calda, come un buon tè bianco o se preferite una tisana,
purché sia dall’aroma lieve e floreale, che a piacimento potrete
dolcificare con Miele Millefiori del Monte Subasio o Zucchero di
Canna.
Se poi voleste cimentarvi in una preparazione tutta naturale, vi consiglio di recarvi nei boschi o nelle radure dove sorgono incontaminati abbondanti e tenaci cespugli di Rosa Canina, ora privi della caratteristica fioritura bianca e rosa, ma altresì caratterizzati per Stagione dalle piccole bacche rosse, dalla forma allungata. Questa pianta ha molteplici virtù curative, tra cui la peculiarità di avere un’elevata concentrazione di Vitamina C, infatti tre sole bacche di Rosa Canina equivalgono all’apporto fitoterapico di un arancio, per questo e non solo, le bacche di Rosa Canina sono ottime a curare sia in fase preventiva, che in fase curativa i primi sintomi di tosse, raffreddamento ed influenza, onde evitare annesse ricadute, fortificando invece le difese immunitarie dell’organismo in modo da accelerare lo stato completo di totale guarigione. A questo proposito, di seguito riporto la ricetta di un rimedio antico, particolarmente adatto per affrontare l’inverno: prendete circa una manciata di bacche di Rosa Canina, rigorosamente raccolte e pestate dopo la prima gelata, proprio come tradizione vuole, poi verso il tardo pomeriggio o la sera metteteli a macerare con dell’acqua a temperatura ambiente, poi con un cucchiaio di legno mescolate bene il composto e lasciate riposare per tutta la notte. Al mattino seguente mescolate ancora e filtrate con un colino a maglie strette, eliminate quindi le bacche macerate e conservate solo il succo ottenuto per infusione, il quale sarà di un bel colore rosso brillante, contraddistinto dal caratteristico aroma acidulo, ottimo da bere al mattino per contrastare al meglio i primi sintomi da raffreddamento.
Auspicando che questa peculiare proposta gastronomica possa esservi gradita, colgo l’occasione per esprimervi i miei più cari e sinceri auguri per un felice Anno Nuovo e...
...alla prossima ricetta, per ricoprire insieme Tradizione, Storia e Cultura del Territorio Assisiate ed Umbro.
A presto Chiara.
A presto Chiara.
Questa ricetta è stata pubblicata anche su:
Nessun commento:
Posta un commento